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New York, anni Ottanta. Un sedicente serial killer scrive una lunga e delirante lettera a Truman Capote, il più acclamato scrittore di quegli anni. Gli offre in esclusiva la sua storia per una biografia autorizzata. Un best seller senza precedenti. Lui, "il suo affezionatissimo", è quello "che ammazza le persone". Solo donne. Ventitré per l'esattezza. Con una pugnalata nell'occhio sinistro. Sempre con lo stesso coltello. Paki. Una proposta indecente per un fine nobile: assicurare un futuro migliore al suo bambino. Realtà e finzione, contraddizioni, un linguaggio antiletterario sporco, denso di frasi fatte e ripetizioni, dimenticanze e nonsense, così Lish costruisce la psicosi in astratto di un detestabile e ordinario individuo barricato dietro un patetico manierismo. Diventando egli stesso vittima del suo vittimismo. È davvero successo qualcosa o è solo la folle e iperattiva fantasia di un ossesso?